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Monte Bianco, Brennero, Frejus. Il blocco dei valichi chiude l’economia del nostro Paese.

Il traforo del Monte Bianco rimarrà chiuso fino al 18 dicembre, per 9 settimane di lavori, tra manutenzione e ristrutturazione. Questa è la prima di tante chiusure periodiche, previste fino al 2040, di uno dei più importanti collegamenti Italia – Francia. Si tratta di interventi necessari e non procrastinabili ma che, in concomitanza alla chiusura di altri valichi importanti per la circolazione europea, avranno un impatto importante sulla viabilità e inevitabili ripercussioni anche sull’economia del nostro Paese.

La chiusura del traforo del Monte Bianco è stata posticipata in attesa della riapertura del Frejus ai mezzi pesanti – mentre il tunnel ferroviario sarà chiuso fino al 2024 a causa della frana in Maurienne dello scorso agosto – e quest’ultimo diventa un passaggio obbligatorio per il trasporto delle merci in Francia, escludendo Ventimiglia e i valichi minori, che generalmente chiudono in autunno e inverno. In aggiunta, sono da considerare le chiusure periodiche del traforo del Gottardo, previste fino al 2035, che mettono a dura prova anche i collegamenti Italia – Svizzera. Il quadro sulla circolazione è abbastanza critico e l’impatto solo per l’area piemontese conta oltre 1800 tir in più al giorno sulla tangenziale di Torino.

Gli interventi per mitigare gli inevitabili disagi della viabilità sono già in atto, come ad esempio la chiusura dei cantieri in Valsusa e sulla Tangenziale di Torino, ma ciò non risolve una difficoltà sempre maggiore: evitare di ridurre all’Italia gli sbocchi sui mercati europei principali.

 

Un esempio calzante sono le continue limitazioni, per i camion stranieri, imposte dallAustria sul valico del Brennero, essenziale per i rapporti commerciali Italia-Germania. Per lItalia, ciò si traduce in una perdita competitività a livello europeo e notevoli disagi per gli autisti a causa delle code chilometriche.

In questi casi, vengono meno tutte le tutele per gli operatori del settore dei trasporti, costretti a soste di ore o anche giorni interi sul tratto autostradale, senza la possibilità di accedere ai servizi basilari, da quelli igienici alla ristorazione.

Quello che, a prima vista, sembra essere un problema di una sola categoria è direttamente collegato al benessere economico del nostro Paese e valutare delle soluzioni adatte dovrebbe essere di primario interesse per tutti. Per noi di Lanzi Trasporti è fondamentale ribadire che se il settore dei trasporti si blocca, si bloccano gli scambi commerciali e l’economia italiana finirà per perdere sempre più competitività.